Il rischio idrogeologico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento:
- Dei livelli pluviometrici critici lungo i versanti.
- Dei livelli idrometrici critici nei corsi d’acqua a carattere torrentizio, nel reticolo minore e nella rete di smaltimento delle acque piovane dei centri abitati.
Tali effetti possono essere riassunti in:
- Erosione del suolo e smottamenti diffusi del terreno.
- Esondazioni localizzate con o senza trasporto di materiale solido.
- Allagamenti nei centri urbani.
L’idrogeologia è la disciplina che studia le acque sotterranee, anche in rapporto alle acque superficiali. Comunemente, il termine dissesto idrogeologico viene invece usato per definire i fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee. Le manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici sono: frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe. Tali fenomeni rientrano nell’ordinaria trasformazione della crosta terrestre che può manifestarsi con eventi rapidi o lenti, ma pur sempre facenti parte dei processi naturali. Quando però gli spazi che sono propri di questi fenomeni naturali vengono occupati dalle attività antropiche, che subiscono o accentuano le condizioni di predisposizione al dissesto, possono crearsi situazioni critiche in grado di comportare uno stato di sofferenza per i beni e/o per l’incolumità delle persone. Il rischio naturale rappresenta una manifestazione dell’interferenza tra i processi di instabilità, che si sviluppano “naturalmente” sul territorio e ne rimodellano le forme, e le entità che per l’uomo rivestono un valore fisico, economico, sociale, ambientale. Solo la conoscenza del livello di rischio permette di programmare gli interventi strutturali e non strutturali per la sua mitigazione. Questi, in relazione al livello di rischio e, conseguentemente, alla sua accettabilità o meno, potranno spaziare dalla localizzazione del bene, alla realizzazione di opere di messa in sicurezza dello stesso, alla imposizione di idonei accorgimenti tecnici in fase di realizzazione di nuovi interventi ed alla predisposizione di piani di emergenza.
Nel Comune di Morciano di Leuca, dal PAI – Piano di Assetto Idrogeologico, non è stata individuata nessuna zona soggetta a pericolosità idraulica e di conseguenza a rischio inondazione. Purtuttavia, su segnalazione degli Uffici Comunali, nel Piano di emergenza sono stati riportati i tratti stradali critici soggetti ad allagamento, in considerazioni degli eventi precursori.
Da un punto di vista geologico, quasi tutto il territorio di Morciano di Leuca è interessato dalla formazione calcarea e altamente permeabile dei “Calcareniti di Melissano”, e nel territorio comunale non è presente un sistema di canalizzazioni a causa dell’alta permeabilità della roccia affiorante. Da citare è il “Canale di San Vito”, una gravinella sita a sud–ovest del territorio comunale, in prossimità dell’abitato di Torre Vado.
Il PAI individua un’area a pericolosità molto elevata (PG3) ed elevata (PG2) in corrispondenza, rispettivamente, della Vora Grande e della sua area circostante; la Vora Piccola, non segnalata dal PAI, è situata in un’area privata.
È da segnalare che, alla data di stesura del presente Piano, mentre la Vora Grande è completamente recintata, l’accesso alla Vora Piccola è solo parzialmente impedito da una recinzione ormai divelta in alcuni punti, con grave rischio per la sicurezza delle persone.
Il Progetto AVI – GDNCI (Gruppo Nazionale Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche) non registra nel Catalogo frane nessun evento ascrivibile a fenomeni franosi accaduti in passato.
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