Le zone costiere prevalentemente sabbiose sono ambienti spesso soggetti a notevoli mutamenti provocati essenzialmente dalla forza erosiva del vento e dalle maree che, in alcuni casi modificano visibilmente la morfologia.
Nell’ambiente retrodunale, proprio grazie all’azione protettiva offerta dalle dune, l’ambiente è spesso tanto fertile da essere estesamente coltivato, come ad esempio si può vedere nei pressi di Torre Vado.
L’azione contrastante delle dune è legata strettamente alla vegetazione molto specializzata che riesce a colonizzarle; si tratta di specie psammofite, ossia piante in grado di crescere su terreni non consolidati, come appunto sono le sabbie. Inoltre, le acque presenti nel sottosuolo, hanno spesso una concentrazione salina molto superiore a quella delle acque dolci, per cui queste piante devono superare anche questo tipo di problema; quelle che ci riescono sono definite alofile.
Nelle zone che rimangono all’asciutto per la maggior parte dell’anno, è facile trovare il grosso giunco spinoso e distese di carici mentre, verso l’interno, si incontra una rigogliosa pineta che si sta evolvendo inesorabilmente in macchia mediterranea per la graduale sostituzione naturale di Pini, con il più tipico componente del bosco mediterraneo di latifoglie (pianta a foglie larghe) sempreverdi, ossia il Leccio.
Il sottobosco è molto ricco di specie arbustive, anche molto profumate, fra le quali il mirto, l’erica ed infine il lentisco, tipiche di queste zone, anche se sono state segnalate alcune piante di origine balcanica, come l’Erica manipuliflora.
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